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Easy Parket di Ghelardi Francesco - Vendita, Posa e Restauro di Parquet a Prato   |  
Pavimentazione in parquet per il Museo della memoria di Ustica

Easy Parket realizza il pavimento del Museo per la memoria di Ustica

Ustica: Un museo per non dimenticare – Intervista a Francesco Ghelardi

A raccontare quel 27 giugno del 1980 è lo stesso protagonista dei fatti: il DC9 Itavia abbattuto insieme a i suoi 81 passeggeri. A Bologna, Christian Boltanski ha realizzato una suggestiva installazione dedicata alla sua memoria. Ce ne parla chi ha posato i pavimenti in legno.

Francesco Ghelardi lavora nel legno da anni, prima commerciando legname, per poi passare alla vendita di pavimenti in legno, un prodotto che lo appassiona da sempre.“Nonostante inizialmente mi limitassi alla sola importazione di parquet – ci racconta – l’aspetto della posa mi affascinava molto, capivo di avere un know how da poter mettere a disposizione del settore. Tutto è nato lavorando con gli architetti: il materiale lo conoscevo molto bene, quindi davo loro suggerimenti, spunti sulla posa, ma anche   sulla scelta dei materiali e dei formati. E loro mi stavano ad ascoltare”.

Mese dopo mese, grazie al famoso passa-parola, oltre  ai prodotti commercializzati da Ghelardi (plance  soprattutto) venivano sempre più richiesti la sua professionalità e i suoi consigli. Di qui la decisione di aprire uno showroom, uno spazio destinato alla vendita dei pavimenti e alla consulenza. Nasce così “Easy  Parket”, a Montemurlo di Prato, un negozio interamente dedicato alle plance e a una serie di prodotti complementari.

La scelta di occuparsi anche della posa in opera è quasi immediata: le competenze non gli mancano, quindi Ghelardi si organizza con una squadra e inizia a lavorare con una serie di clienti affezionati, che già lo conoscono come importatore di pavimenti: studi di architettura e imprese edili prima di tutto.

Un percorso “al contrario” rispetto a quello abituale (si inizia a posare e poi scatta la voglia di aprire un negozio), ma sicuramente una scelta azzeccata.

I lavori piacciono, la voce si sparge e… Il gioco è fatto.

“La mia carta vincente – ci spiega  Ghelardi –  è che vado a scegliere personalmente i miei pavimenti in tutta Europa (si rifornisce principalmente da una ditta olandese, Easy Parket, della quale ha la rappresentanza in esclusiva per l’Italia, n.d.r) e poi li lavoro,  se necessario, in cantiere. Questo mi permette di  proporre un parquet di qualità a un prezzo più competitivo e quindi di lavorare molto con le imprese edili, per esempio”.

“E poi il mio lavoro di importatore ormai è ben avviato – prosegue – quindi  ho tutto il tempo di occuparmi personalmente della posa. Seguire i cantieri mi appassiona molto, dalle prime  fasi, in cui si costruisce il massetto, fino agli ultimi dettagli. Questo lo faccio per i grandi lavori come per i più piccoli. È vero, la mia squadra è fatta di posatori seri, tuttavia capita che abbiano bisogno di una “spinta”, dell’occhio di una persona esterna che dia loro sicurezza e gli faccia prendere il coraggio di affrontare certi problemi”.

E di coraggio ce n’è voluto molto nel cantiere di cui vi stiamo per parlare. Coraggio perché si trattava di lavorare fianco a fianco con un relitto storico, carico di memorie e di emozioni: quello del DC 9 Itavia abbattuto nel mare di Ustica il 27 giugno del 1980, trascinando con sé le vite di 81 persone.

Il cantiere in questione è quello del Museo della Memoria, inaugurato il 27 giugno dello scorso anno, per ricordare il XXVII anniversario della strage.

Pavimentazione in parquet per il Museo della memoria di Ustica
UN MONUMENTO ALLA MEMORIA

Il Museo è stato pensato nei primi anni ’90 – su commissione dell’associazione delle  vittime – dagli  architetti Letizia e Gian Paolo Mazzucato. Dopo  la scomparsa di quest’ultimo, il progetto è stato portato avanti dal Comune di  Bologna con l’apporto di  Christian Boltanski, fotografo, scultore, cineasta, un artista legato da sempre al tema della memoria.

L’idea è molto semplice: al centro campeggiano i resti del relitto, pescati dopo otto  anni da una profondità di 3600 metri,  e calati dall’alto nell’edificio. Tutto  il museo – un vecchio  deposito – è costruito attorno ai resti della carcassa; ci sono molti oggetti personali dei passeggeri: una radiolina transistor, un paio  di occhiali ancora con custodia,  brandelli di una racchetta da tennis, scarpe spaiate. Lungo il perimetro dal grande loft sono stati collocati poi 96 pannelli neri, che rappresentano i 96 oblò del DC 9 e nascondono  96 canali audio che diffondono le voci dei passeggeri. In una piccola sala che si apre sul fondo  dell’hangar, infine, vengono  trasmessi a ciclo continuo i filmati della preparazione del Museo: dal traspor to e l’arrivo del relitto e Bologna, al lavoro di Boltanski, all’inaugurazione.

Pavimentazione in parquet per il Museo della memoria di Ustica
EMOZIONI DI LEGNO

Memorie  ed emozioni  dicevamo,  in effetti  si tratta di un’opera davvero coinvolgente: l’idea è quella di trasmettere a chi guarda e ascolta i pensieri dei passeggeri del volo Itavia.

Comprensibile, quindi, la “paura” di Francesco Ghelardi quando gli è stato chiesto di occuparsi del parquet  e delle parti in legno del Museo, a pochi mesi dall’inaugurazione.

Com’è nata la collaborazione al progetto?

“È stata una combinazione fortuita – risponde Ghelardi -. Il titolare dell’impresa edile che aveva in appalto i lavori del Museo, un’azienda di Imola, ha visto a casa di un amico un mio pavimento, se ne è innamorato e mi ha cercato. Non nascondo che è stata una grande soddisfazione, anche perché inaspettata. Ero anche insospettito all’inizio, si trattava di un lavoro importante e io non avevo nessuna “conoscenza”. Eppure tutto è andato bene”.

In totale nel museo sono stati posati circa 300 metri  quadrati di parquet, nella biglietteria, nella hall e lungo tutto il corridoio che passa intorno ai resti dell’aereo.  Il museo, infatti, è una specie di piscina vuota – dove sono stati inseriti i resti – tutto intorno alla quale è stato creata una passatoia in legno.

“In questo lavoro,  come per molti  altri – ci spiega Ghelardi – non mi sono limitato alla posa del pavimento, ma mi sono occupato anche di tutte le finiture in legno, fatte fare su misura  da una segherie e una falegnameria della zona, aziende qualificate che mi hanno dato una grossa mano dal punto di  vista della  qualità del lavoro,  ma anche della tempistica: mi sono venuti  incontro assecondando  anche le richieste più disparate fatte all’ultimo minuto”.

“C’è stato da sudare perché si trattava di un vecchio magazzino – aggiunge  – con dei fuori squadra mostruosi. Il “bordo piscina”, per esempio, è stato rettificato in opera da due falegnami. Ma è solo un esempio,  tanti sono stati i lavori  di falegnameria eseguiti direttamente in cantiere: falegnami  e posatori hanno  lavorato gomito a gomito”.

I MATERIALI

Tutta la parete perimetrale della vasca è in larice massello, così come la “boiserie” che si congiunge al pavimento, la base delle colonne  che circondano la piscina e la scala in legno che conduce al relitto.

Come non capirli. Una storia che ci ha colpiti tutti, un relitto che abbiamo visto  in televisione, sin dall’infanzia, trovarselo lì e lavorarci accanto non deve essere stato facile. “Sapevamo di avere una grossa responsabilità – conclude Ghelardi  -. Lavorare con un relitto accanto ha creato a tutti certa emozione, ci si girava e ci veniva la pelle d’oca. Credo che chi non è passato di qui non possa capire. Sono contento di averlo fatto e credo lo avrei fatto anche se non fossi stato pagato”. Accogliamo il suggerimento e ci riproponiamo di  visitare al più presto il Museo

Quanto  al pavimento,  si è optato per delle tavole in larice controbilanciato  della serie Antico Asolo di Crespano  Parchetti:  un parquet multistrato preverniciato caratterizzato  da un supporto centrale in legno di abete  e due strati da 5 mm grezzi della  medesima  essenza, con maschiatura sui 4 lati. Le plance, lunghe oltre due metri e larghe 18 cm, sono state incollate sopra un sottofondo con impianto di riscaldamento incorporato. “Crespano – racconta Ghelardi – ci è stata molto  vicina:  i tecnici ci hanno fornito preziosi consigli sulla posa e su cove ovviare quei piccoli inconvenienti che normalmente si verificano in corso  d’opera.  Il lavoro, anche grazie a loro, è stato portato a termine  in una decina di giorni”.

Una posa a tempo  di record, dunque,  d’altronde la difficoltà principale risiedeva  proprio nella consegna rigida:  bisognava  inaugurare  il giorno dell’anniversario della tragedia,  si trattava di “un punto  d’onore” per la città di Bologna, per i parenti delle vittime e per gli stessi posatori.

Articolo ripreso da Area Posa

Francesco Ghelardi è il fondatore e il titolare dell'azienda Easy Parket. Ha iniziato l'attività oltre 20 anni fa in provincia di Prato, inizialmente come ditta importatrice e rivenditrice di parquet all’ingrosso. Dopo i primi anni ha poi ampliato i propri servizi rivolgendosi anche alla clientela al dettaglio, per poi dedicarsi completamente solo a questo segmento di clientela con servizi di vendita, posa, pulizia, restauro e mantenimento di pavimenti e scale in legno, laminati e vinilici.

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